L'amica della signora Maigret by Georges Simenon

L'amica della signora Maigret by Georges Simenon

autore:Georges Simenon [Simenon, Georges]
La lingua: ita
Format: azw3, mobi, epub
Tags: poliziesco
editore: Adelphi - gli Adelphi (Le inchieste di Maigret)
pubblicato: 2002-10-31T23:00:00+00:00


6) IL LAVATOIO DEL VERTGALANT

Maigret spinse la porta girevole e si trovò davanti le ghirlande di luci degli ChampsÉlysées che, sotto la pioggia, gli ricordavano sempre degli occhi pieni di lacrime. Stava per incamminarsi verso il rondò, ma d'improvviso aggrottò le sopracciglia. In piedi, appoggiato al tronco di un albero, accanto a una fioraia che cercava di proteggersi dalla pioggia, c'era Janvier che, in uno stato comicamente pietoso, lo guardava come per fargli capire qualcosa.

Il commissario lo raggiunse.

«Cosa ci fai qui?».

L'ispettore gli indicò una figura che si stagliava sullo sfondo di una delle rare vetrine illuminate.

Era Alfonsi, in apparenza molto interessato a una serie di valigie.

«Sta pedinando lei, capo, e quindi la seguo anch'io».

«Ha incontrato Liotard, dopo la visita in rue de Turenne?».

«No, gli ha telefonato».

«Lascia perdere. Vuoi un passaggio?».

Janvier abitava più o meno dalle sue parti, in rue Réaumur.

Vedendoli andare via insieme, Alfonsi sembrò sorpreso, spiazzato, poi, quando Maigret fermò un taxi, fece dietrofront e si allontanò verso l'Étoile.

«Novità?».

«Anche troppe».

«Devo ancora star dietro ad Alfonsi, domani?».

«No. Vai in ufficio. Probabilmente ci sarà lavoro per tutti».

Quando l'ispettore scese, Maigret disse all'autista:

«Passi per rue de Turenne».

Non era molto tardi, e sperava di trovare ancora accese le luci del laboratorio. Sarebbe stato il momento ideale per una lunga chiacchierata con Fernande. Voleva farlo da tempo.

Un riflesso sulla vetrina lo convinse a scendere dal taxi, ma constatò che all'interno tutto era buio e non se la sentì di bussare. Ritornò al Quai des Orfèvres, dove Torrence era di guardia, e gli diede alcune istruzioni.

Quando entrò in casa in punta di piedi, la signora Maigret si era appena coricata. Mentre si svestiva al buio per non svegliarla, lei gli chiese:

«E il cappellino?».

«L'ha comprato proprio la contessa Panetti».

«L'hai vista?».

«No. Comunque ha circa settantacinque anni».

Si mise a letto di cattivo umore, inquieto. Quando si svegliò il mattino dopo pioveva ancora, e facendosi la barba si tagliò.

«Continui con le indagini?» chiese alla moglie, che gli serviva la colazione con i bigodini in testa.

«Posso fare altro?» domandò lei seria.

«Non so. Visto che hai cominciato...».

Sul giornale che acquistò all'angolo di boulevard Voltaire non trovò nuove dichiarazioni di Philippe Liotard né una nuova sfida. Il portiere di notte del Claridge era stato discreto, perché non si parlava nemmeno della contessa.

Al Quai, Torrence aveva passato le istruzioni a Lucas che gli aveva dato il cambio e la macchina funzionava.

La polizia dava la caccia alla contessa italiana sulla Costa Azzurra e in tutte le capitali straniere e contemporaneamente si interessava di Krynker e della cameriera.

Sulla piattaforma dell'autobus immerso in una pioggia sottile, un viaggiatore leggeva il giornale di fronte al commissario. Il titolo gli diede da pensare:

L'INCHIESTA RISTAGNA.

Quante persone ci stavano lavorando in quel momento?

Stazioni, porti, aeroporti erano sotto controllo.

Alberghi e pensioni venivano setacciati.

Alfred Moss era braccato non solo a Parigi e in Francia, ma anche a Londra, a Bruxelles, ad Amsterdam, a Roma.

Maigret scese in rue de Turenne, entrò al Tabac des Vosges per comprare un pacchetto di tabacco e, già che era lì, prese anche un bicchiere di vino bianco.

Non c'erano giornalisti, ma solo gente del quartiere che cominciava a perdere entusiasmo.



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